La ghiandola pineale, il terzo occhio: una connessione tra cervello e anima?

Chiamata anche “terzo occhio”, la ghiandola pineale (o epifisi) è una ghiandola endocrina situata al centro del cervello, è considerata la sede dello Spirito.

E’ conosciuta da tempi antichissimi; fu scoperta attorno al 300 A.C. da Erofilo, che la considerava una “valvola della memoria: ”Se la memoria era bloccata, una scossa o un colpo secco sulla testa potevano liberare la valvola, permettendo alla memoria di fluire di nuovo normalmente”. Galeno (II sec. D.C.)  introdusse il termina konareion (conarium in latino) per indicare la pineale in quanto nell’uomo la sua forma è simile a quella di una pigna (la sua immagine fu simbolicamente rappresentata presso varie culture: sumeri, assiro-babilonesi, egizi, romani, cristiani, induisti, buddhisti) e la considerò come un organo simile alle ghiandole linfatiche.

In epoca moderna Cartesio pose l’attenzione sul fatto che fosse l’unica parte del cervello a non essere doppia e ipotizzò che fosse il punto privilegiato dove anima e corpo interagiscono e quindi la sede dell’anima e del pensiero.

Solo nel 1958, però, venne isolato un ormone prodotto dall’epifisi: la melatonina.

Grande poco più di una nocciola quando sviluppata, l’epifisi è visibile nel feto dalla settima settimana, che coincide, secondo la tradizione tibetana, con la migrazione dell’anima nel corpo.

Attraverso la produzione di melatonina la pineale controlla l’orologio biologico del corpo, “l’organizzazione circadiana” che determina il ciclo giornaliero del sonno e della veglia. Essa non regola solo i ritmi del sonno, bensì il ritmo della vita stessa, come appare più chiaramente nel regno animale: qui in primavera riaccende le pulsioni sessuali; in autunno segnala agli uccelli che è tempo di migrare, funzionando anche come una bussola che li mantiene sulla giusta rotta di volo; in inverno avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo. Negli esseri umani il suo ruolo è più sottile ma ugualmente importante: definisce tutti i ritmi, giornalieri e stagionali. Si può supporre che governi anche il grande ciclo di tutta la vita, determinando l’inizio della pubertà e forse anche la fine dell’età fertile.

La melatonina viene sintetizzata a partire dal triptofano attraverso la produzione di serotonina. Quest’ultima è un neurotrasmettitore impiegato nella regolazione della temperatura del corpo, del senso di fame/sazietà e dell’umore, infatti è soprannominata anche “l’ormone della felicità”.

Tuttavia, l’aspetto più interessante della ghiandola pineale è la produzione di un’altra molecola: la DMT (Dimetiltriptamina), un neurotrasmettitore chiamato anche “la molecola di Dio” che avrebbe particolari funzioni legate principalmente al “collegamento” tra il corpo e lo Spirito. Studi scientifici hanno dimostrato come l’epifisi secerne spontaneamente grandi quantità di DMT in due particolari momenti della vita: la nascita e la morte (e anche durante le esperienze di premorte). In alcune persone, anche durante il sonno, la ghiandola pineale secerne una sufficiente quantità di DMT tale da rendere possibili esperienze particolari come i sogni lucidi o i viaggi astrali.

La pinealina (o pinolina), un’altra sostanza secreta dall’epifisi, consente il raggiungimento di stati di coscienza molto elevati e dà anch’essa origine ai sogni lucidi.

Secondo le filosofie orientali la ghiandola pineale produrrebbe in piena attività circa 900 sostanze e vari ormoni.

Dal punto di vista esoterico/spirituale, la pineale rappresenta il famoso “terzo occhio, ovvero l’occhio dell’Anima; quello che è in grado di vedere la realtà, che non è quella che appare ai nostri occhi fisici ma quella più “sottile”, celata dal cosiddetto “velo di Maya”.

Il terzo occhio secondo la tradizione è fondamentale in quanto si tratterebbe di una zona quasi sempre inutilizzata del cervello che sarebbe invece fondamentale imparare ad attivare ed usare al meglio. Esso avrebbe infatti la capacità di vedere cose che non “appaiono” agli altri due occhi (sembra infatti che la percezione dei sensi ordinari sia limitata al solo 5% di ciò che esiste), ovvero di percepire frequenze del mondo spirituale ed essere in grado di migliorare la propria intuizione su se stessi e gli altri, soprattutto di notte attraverso i sogni quando la ghiandola pineale è più attiva.

Il terzo occhio, nell’antica tradizione induista e buddista, corrisponde con il sesto chakra (Ajna) situato al centro della fronte tra le sopracciglia. Questo centro rappresenta l’occhio interiore, in grado di percepire la realtà oltre la visione ordinaria, è la porta della chiaroveggenza e della visione superiore. E’ la connessione con la propria mente intuitiva, con il Sé Superiore, con la propria Anima.

Storie antiche raccontano che in tempi lontani l’uomo avesse un terzo occhio, situato nella parte posteriore della testa, avente funzioni sia fisiche che spirituali. Nel corso del tempo e con l’evoluzione questo occhio si sarebbe atrofizzato, ridotto e sarebbe “sprofondato” all’interno del cervello: sarebbe quindi quella che noi ora chiamiamo ghiandola pineale, la quale è spesso associata anche al settimo chakra, il chakra della corona.

In tutte le tradizioni spirituali, la “visione” del terzo occhio ha un ruolo fondamentale nella connessione dello Spirito con l’uomo. Esso ci permette infatti di entrare nel mondo del “non materiale”, dell’apparentemente invisibile attraverso la percezione extra-sensoriale per portarci conoscenza, profonda consapevolezza e “guidare” la nostra esistenza. Per questo è importante mantenere la pineale attiva e in uno stato funzionale. Il problema principale che la riguarda è rappresentato dalla sua calcificazione in età adulta; infatti con il passare del tempo tende ad atrofizzarsi, perdendo così la sua funzionalità.

Cosa possiamo fare per contrastare questo processo e mantenerla in funzione?
Per decalcificarla possiamo per prima cosa eliminare le sostanze che tendono ad accrescere la calcificazione e secondariamente utilizzare integratori naturali che ne favoriscano la decalcificazione.

Fattori inibenti la ghiandola pineale sono l’insonnia, lo stress, le dieta iperproteiche e determinati campi elettromagnetici.

Occorre inoltre eliminare il fluoro, che è uno degli elementi che tende a velocizzare questo processo e quindi eliminare gli alimenti e i prodotti che lo contengono. Andrebbero quindi evitati: dentifrici e collutori, chewing gum, bastoncini di pesce, carni in genere, carboidrati raffinati, pasta, dolci, dolcificanti artificiali come l’aspartame, zucchero raffinato, farina bianca, latte ed i prodotti lattiero-caseari, alcolici, bevande gassate, thé in bottiglia o in lattina, alcuni sali da cucina fluorati, conservanti, cibi cucinati in contenitori con il fondo in teflon ed in generale tutti i prodotti che contengono fluoruro (compresi molti tipi di acqua).

Anche il mercurio è un veleno per la pineale; sarebbe quindi bene evitare pesci da fondo come tonno e delfino e gamberetti.

Allo stesso tempo possiamo assumere sostanze che ne favoriscano la decalcificazione; possiamo utilizzare, ad esempio, la spirulina, la clorella e la zeolite per drenare l’organismo dai metalli pesanti ed utilizzare prodotti erboristici come il cilantro o preparati a base di triptofano per stimolarne la funzionalità.

Infine, diversi fattori sono in grado di attivare la pineale: tra questi vi sono il dormire al buio (spegnendo i dispositivi elettronici almeno due ore prima di coricarsi), la meditazione, in particolare la tecnica yoga, l’esposizione al sole, risate, sesso, amore, l’ascolto dei “binaural beats”, un particolare tipo di suoni con determinate frequenze, ed alcuni rimedi (come l’Ayahuasca) utilizzati dagli sciamani.

E’ consigliabile infine assumere cioccolato grezzo, succo di limone, aglio, aceto di mele, olio di origano, vegetali a foglia verde, barbabietole, alghe, thé verde, salvia, menta, timo, verbena, tamarindo, banane, ciliegie, frutta secca, semi di sesamo e zucca, cereali, alimenti alcalini in genere ed un integratore di melatonina.

Sicuramente una delle credenze più affascinanti legate all’epifisi è quella che la associa al Santo Graal. Il calice utilizzato da Gesù nell’ultima cena assomiglierebbe infatti proprio alla forma di questa ghiandola che, se vista di fronte, può sembrare un cono rovesciato. Come il Santo Graal sarebbe stato utilizzato per raccogliere il sangue di Gesù crocifisso (essere che nella tradizione cristiana è come sappiamo considerato immortale e illuminato) così la ghiandola pineale raccoglierebbe la melatonina, un vero e proprio liquido dell’immortalità (non a caso tra le caratteristiche di questa sostanza vi è il suo potere antiossidante e dunque anti invecchiamento). L’epifisi sarebbe quindi il nostro Graal fisiologico.